2.12.2021 Highlights Champions Five campionato calcio a 5 Torino

2.12.2021 Highlights Champions Five campionato calcio a 5 Torino

I 10 PERSONAGGI CHE TI ROVINANO LA PARTITA DI CALCETTO

Per molti di noi il calcetto è una cosa maledettamente seria, anzi, qualcosa di sacro. Guai a toccarci la partitella settimanale, guai a rovinare quella magica atmosfera che si viene a creare in un gruppo di amici che si ritrova per quei 60 minuti di spensieratezza che possono influire pesantemente sull’umore dei giorni successivi.

Eppure, però, non sempre va tutto come vorremmo. E può capitare qualche spiacevole incidente che ci rovina la partita, che non ci fa divertire o che, peggio, ci fa innervosire.

Quando capita, in genere, la colpa è quasi sempre di uno di questi 10 personaggi, che siamo sicuri siano presenti – in almeno un paio di esemplari – in tutti i gruppi di calcetto.

Andiamo quindi a scoprire i 10 personaggi che possono rovinare una partita di calcetto.

1. Quello che non la passa mai

Consideratelo alla stregua di un buco nero: quando la palla arriva a questo soggetto, si esibirà in dribbling improbabili, tentativi di partire palla al piede dalla difesa per emulare il gol di Maradona all’Inghilterra, giocate che sembrano uscite direttamente da FIFA.

Di solito, la sua voglia di entrare in porta con il pallone non è direttamente proporzionale alla capacità di giocare a pallone, quindi non è detto che sia capace di portare dei benefici alla squadra con le sue giocate, e quindi lui perde la palla e voi perdete la pazienza.

2. Quello che tira sempre in porta

Potrebbe sembrare un doppione di quello che non la passa mai, e in effetti l’esito è lo stesso: voi il pallone non lo vedete comunque mai.

Questo personaggio, però, non si perde in inutili ghirighori con la palla al piede: no, questo individuo, semplicemente, appena gli arriva il pallone tra i piedi TIRA. Da centrocampo, dalla linea del fallo laterale, dalla sua porta, qualche volta anche dagli spogliatoi. Non gli interessa nulla, non vuole sentire ragioni, non ascolta consigli. Lui prende e tira in porta, e il più delle volte, oltre a rovinarvi la partita può anche rovinarvi la salute, visto che oltre a non beccare mai la porta, beccherà anche voi in faccia, sul naso, nello stomaco o nelle parti più delicate.

Una volta su 100 – per colpa del portiere – segnerà da centrocampo e si sentirà quindi in dovere di continuare a provarci vita natural durante.

3. Quello con i precedenti penali

Ecco, questo è uno dei personaggi da non fare arrabbiare. Di solito è un balordo conosciuto da tutti per la sua pericolosità sociale, nella migliore delle ipotesi è solo un soggetto facilmente irascibile, nella peggiore invece ha passato diversi periodi della sua vita osservando il sole sorgere a scacchi dalla sua cella o con un’elegante gioiello avvitato attorno alla caviglia.

Naturalmente, questo individuo deve tenere fede alla sua fama, e in campo picchia come un ossesso, randella senza pietà, insulta chiunque gli capiti a tiro e pretende di avere sempre ragione. E, se volete un consiglio, sì, ha davvero sempre ragione.

Certo, direte voi, potreste estrometterlo dal gruppo e non chiamarlo più a giocare con voi, ma molto probabilmente anche questo è un rischio che non vorreste correre.

4. Il professore di sto*****

Avete presente la famosa frase, ripetuta all’inverosimile su tutti i media quando gioca la Nazionale, secondo cui “l’Italia è un Paese con 60 milioni di commissari tecnici”?

Perfetto, questa verità universale si applica anche al calcetto, visto che anche nel vostro gruppo c’è ovviamente quello che si atteggia ad allenatore di grande esperienza, che pensa di conoscere il gioco in ogni suo aspetto e dispensa consigli – non richiesti – a destra e a manca. Così, giocare con lui è come sentire una telecronaca in tempo reale: “passa qui“, “apri a destra“, “giocala di prima“, “sali dall’altra parte“, “cambia gioco“, e così via, un’ora ininterrotta di suggerimenti che di solito finisce con qualcuno che gli mette le mani al collo pur di non sentirlo più.

5. Il simpaticone

Durante la fase organizzativa è quello che, nella chat di Whatsapp, manda i video con le barzellette in dialetto da 5 minuti. Quando arriva nello spogliatoio, presentandosi con una maglia fasulla di un calciatore scarso degli anni ’90 perché crede sia una cosa simpatica, comincia a fare del cabaret.

In campo prende in giro tutti, deridendo chi sbaglia, oppure facendo il giullare con il pallone senza che ce ne sia necessità. A partita finita, sotto la doccia, vi fa sparire il bagnoschiuma oppure racconta improbabili avventure di suoi conoscenti quasi sempre inventati.

Appena esce dallo spogliatoio per tornare a casa, tutti gli altri parlano male di lui dicendosi quanto gli stia sulle scatole.

6. Il portiere scarso

Tranquilli, abbiamo i portieri“.

La frase più dolce da ascoltare per chi si appresta a giocare a calcetto, consapevole del fatto che non dovrà fare i turni in porta o fingere di avere danni irreparabili alle falangi per evitare il supplizio.

Così, si presenta il fantomatico portiere, che però del portiere ha solo i guanti. Infatti, pur essendo convinto di essere Dino Zoff, ha la reattività di un bradipo, le mani di ricotta, ed è totalmente analfabeta nella lettura del gioco. Ah, sì, e dopo aver visto i video di Ederson pensa anche di poter giocare con i piedi.

Il guaio peggiore è quando c’è un solo portiere, ed è scarso: le squadre vengono fatte per bilanciare la sua presenza, e quelli forti giocano quindi contro il portiere, che prende allora valanghe di gol.

7. Quello forte

Eh, sì, avete fatto quest’errore.

Avete chiamato uno che sa giocare a calcio, che sa quello che deve fare, come deve muoversi, che con il pallone fa quello che vuole. Mentre voi, gli altri 9, avete i piedi montati al contrario e non vedete la porta neanche con il binocolo. Quello forte, poi, di solito ama compiacersi delle sue abilità, e farà di tutto per segnare una cinquantina di gol umiliandovi per tutti i 60 minuti di partita.

Due sono le cose: o qualcuno, indispettito, lo azzoppa in malo modo, oppure alla fine della partita tornate a casa più nervosi che mai e con uno squarcio nella vostra autostima che farà fatica a rimarginarsi.

8. Quello che non ce la fa a correre

Il ragazzo ha i piedi decenti, capisce il gioco, non è egoista e sa bene quello che deve fare.

Insomma, sarebbe il compagno di calcetto perfetto, se non fosse che la sua forma fisica è tendente all’imbarazzo più totale. Ci prova anche, ma dopo 8 minuti di partita è fermo a centrocampo con la lingua penzoloni.

Continuerà a chiedere scusa. con il poco fiato che gli resta, ma nel frattempo lascerà praticamente giocare la sua squadra in 4, condannandola a una magrissima figura (no, in genere, a proposito, la magrissima figura – fisicamente parlando – non è la sua).

9. Il polemico

Per questo soggetto, qualsiasi occasione è buona per fare polemica: la scelta del campo, la scelta dell’orario, la composizione delle squadre, chi deve prendere le casacche, l’ordine con cui andare in porta, quel fallo laterale invertito, quel pallone che non è entrato in porta, il punteggio, le luci del campo, il riscaldamento acceso, l’allineamento dei pianeti, il riscaldamento globale.

Una polemica costante e continua che finisce per avvelenare il clima e coinvolgere tutti in una indegna gazzarra che può anche finire con le mani in faccia.

10. Quello che dà buca all’ultimo

Di questo infame preferiamo non parlare. Perché se no finisce che ci facciamo arrestare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WHATSAPP
Send via WhatsApp